Chi sale da Bignasco verso la valle Lavizzara non può che rimanere affascinato da quel paesino aggrappato a metà montagna, proprio all’entrata della Valle, e dal poggio, appena più in alto, contro il cielo, dove è situato Margonegia, uno dei monti più belli della Vallemaggia. L’arrivo a Brontallo è un susseguirsi di scoperte suggestive: il gruppo di stalle; i ripidi e interminabili pendii terrazzati, le rocce a picco sopra il paese, il nucleo di case vecchie con il tetto in piode e affiancato da alcune case moderne attorniate dai prati.
Brontallo stupisce per l’ordine urbanistico, frutto di un‘accurata lettura e rispetto del territorio: le case vecchie tutte raggruppate attorno alla chiesa nel luogo più sicuro, gli orti e i campi sull’unico spazio pianeggiante e nel pendio più soleggiato davanti al nucleo («In campagna»), le case degli emigranti al limite del vecchio nucleo nel posto più panoramico, le stalle nel pendio verso il riale lungo il quale in passato cadevano spesso sassi e valanghe (l’ultima nel 1951).
LE STALLE
Anche se edificate a distanza di parecchi anni una dall’altra, tutte le stalle presentano la stessa tipologia, che si ritrova frequentemente nella parte inferiore della Lavizzara: facciata principale simmetrica con il pianterreno completamente in sasso e la porta sulla facciata rivolta verso valle, fienile costruito con buon equilibrio tra pietre posate a secco e travi di larice o di castagno, frontone tutto in legno e tetto in piode. Un insieme di grande valore, definito nucleo protetto dove è obbligatoria la copertura dei tetti in piode.
LA VITE
Nonostante ci si trovi a oltre 700 metri sul mare, qui la vi-te americana fruttifica ancora bene. La si faceva arrampicare sui tetti delle stalle e delle case per sfruttare il calore della pietra e veniva anche coltivata sui terrazzamenti. Il vigneto situato «in di Mond» (ai piedi di rocce che rendono il luogo particolarmente caldo d’estate) è stato ripristinato negli anni 2003 – 2005 nell’ambito del Progetto di sviluppo regionale di Brontallo con il rifacimento dei muri, dei pergolati e la messa a dimora di oltre 700 nuovi viti.
LE CASE DEGLI EMIGRANTI
Costruite tra il 1868 e il 1905, si presentano ora come quattro case a schiera con la facciata principale rivolta verso valle. A monte, al posto dell’attuale strada, vi erano altre abitazioni più antiche e piccoli orti. Si rifanno tutte all’inconfondibile tipologia delle case di fine Ottocento: facciata simmetrica, terrazze con lastroni di beola e ringhiera in ferro, porta principale sovrastata da una lunetta con la data e le iniziali del proprietario. Piacevole, davanti alle case, il viale ricoperto di viti e i piccoli giardini.
Per ulteriori informazioni scarica il pieghevole del Sentiero di Pietra (PDF).
La versione cartacea è disponibile presso gli infopoint turistici in Vallemaggia.