Cevio, capoluogo della Vallemaggia, offre parecchi spunti d’interesse per chi intende soffermarvisi. L’esistenza dell’antica vicinia è documentata sin dal 1230,e da sempre, ha avuto il ruolo di centro della Valle. Anche in tempi relativamente recenti a Cevio è stato costruito l’Ospedale distrettuale, inaugurato nel 1922, mentre nel 1972 è stato aperto il Centro scolastico per tutti gli allievi delle scuole medie della valle. Il villaggio è composto da varie frazioni sparpagliate lungo quasi tre chilometri, alcune delle quali sono degne di segnalazione. La frazione di Boschetto si distingue ancora oggi per aver conservato la struttura del villaggio rurale antico, come se, in quel luogo, il tempo si fosse fermato al 1700.
La frazione della Rovana si compone di case abbarbicate alla montagna, unico luogo sicuro per proteggersi dalle furiose acque del fiume omonimo. Di notevole interesse sono pure le costruzioni ottocentesche allineate lungo la bella piazza e le grandi case borghesi addossate ai massi della frazione di Cevio Vecchio. In due di questi edifici, appartenenti anticamente alla famiglia Franzoni, ha sede il Museo etnografico valmaggese. Oltre a suggerire la visita di questi luoghi caratteristici, l’itinerario proposto intende far scoprire ulteriori elementi della vita rurale quali le caraa, il lavatoio, i grotti, nonché far conoscere la chiesa parrocchiale e la bella chiesa della Rovana di stile barocco. Filo conduttore per la seconda parte del percorso sono gli argini realizzati lungo i fiumi della Maggia e della Rovana. Tali manufatti furono costruiti per salvaguardare i villaggi, il territorio e le vie di comunicazione (ponti, strade) dalle alluvioni dei fiumi, che da sempre e periodicamente hanno causato danni e hanno sconvolto la nostra Valle.
Nel comune di Cevio gli interventi sono stati maggiori rispetto al resto della Valle, proprio perché il villaggio è situato alla confluenza dei due fiumi citati. Sul suo territorio ci sono ripari lungo le sponde per più di due chilometri, e si possono vedere una decina di diverse soluzioni adottate a partire dal 1868 per limitare i danni apportati dal fiume. Una parte del tragitto segue i margini del bosco piantato appositamente dopo le prime arginature nel 1875. I manufatti degli ultimi decenni dell’800 sono opere notevoli, in quanto a quei tempi non esistevano mezzi meccanici e il treno non era ancora giunto in Valle. Trasportare e accatastare enormi lastre di pietra, scavare manualmente l’alveo del fiume per poterlo deviare e gettare le fondamenta degli argini, poteva rivelarsi a quel tempo impresa assai ardua. Tali costruzioni, che ancora oggi svolgono egregiamente la loro funzione, sono la testimonianza concreta dell’operosità della popolazione d’allora e della volontà di sottrarre terreno al fiume. Particolare è anche il metodo adottato per la lavorazione della pietra: alcuni elementi, definiti «a pennello», presentano le pietre accostate a coltello e testimoniano un’accurata perizia artigianale.
La piazza
La piazza di Cevio è la più ampia della Vallemaggia ed è caratterizzata da edifici ottocenteschi tra loro perfettamente allineati. Si distinguono due costruzioni più antiche, il pretorio e la casa già Franzoni. La forma triangolare della piazza è imposta dal tracciato stradale. Nel 1833 la Municipalità di Cevio aveva allestito un regolamento edilizio concernente la piazza.
Casa già Franzoni
Il fastoso portale risale alla seconda metà del ‘700. Sopra questo si può ammirare lo stemma dell’allora potente famiglia Franzoni. Gli angoli laterali del muro sono rinforzati da due torrette di guardia. Il grande palazzo fu eretto in due fasi e occupa la parte posteriore del cortile.
Il pretorio
Il palazzo della pretura è una costruzione cinque-seicentesca e fino al 1798 fu la residenza dei Lanfogti. La sua facciata è decorata con stemmi per lo più risalenti alla seconda metà del XVII secolo che rappresentano le armi delle famiglie di alcuni Lanfogti risedenti a Cevio. Dal 9 maggio 1513 al 17 marzo 1798, con rotazione biennale delle cariche, ben 159 Lanfogti hanno occupato la sede per governare la Vallemaggia e la Lavizzara.
La chiesa della Rovana
E’ una costruzione barocca eretta nel 1615 su commissione della famiglia Franzoni. L’edificio non ha subito modifiche della struttura originale ed è il monumento di questo genere meglio conservato in Vallemaggia. La navata è interamente ornata da stucchi, mentre gli affreschi sono attribuiti ad un artista di Campione, Isidoro Bianchi (1602- 1660). L’ampio porticato, che conferisce una certa grandiosità all’oratorio, è stato edificato nel 1709 su commissione di un prelato della famiglia Franzoni, Mons. Simone Franzoni, vicario generale della diocesi di Como, morto nel 1714.
Per ulteriori informazioni scarica il pieghevole del Sentiero di Pietra (PDF).
La versione cartacea è disponibile presso gli infopoint turistici in Vallemaggia.