Chi giunge a Gordevio percorrendo la strada cantonale, ha l’impressione di arrivare in un paese completamente nuovo. Infatti anche questo comune negli ultimi decenni ha conosciuto un forte incremento demografico: dai 294 abitanti del 1960 si è passati ai 785 di fine 2004. Per raggiungere i nuclei storici, dove non è difficile incontrare edifici e tracce della civiltà rurale di un tempo e segni della religiosità dei secoli passati, occorre salire lungo le strade comunali circondate da numerose abitazioni, ognuna con accanto il proprio giardino e spesso alcuni filari di vite, costruite soprattutto negli ultimi quattro decenni.
Dal versante della montagna scendono due torrenti per attraversare i quali erano stati costruiti in tempi sconosciuti altrettanti ponti in sasso che oggi, oltre a permettere un facile accesso pedonale, suscitano l’ammirazione del visitatore. I vecchi nuclei in questo caso sono due, Villa e Briee, entrambi posizionati contro la montagna e separati dal ri da Briee. Ognuno si caratterizza per la compattezza strutturale e per la presenza di case contadine e stalle nonché del vecchio lavatoio. Salendo lungo la strada di accesso alla Villa lo sguardo spazia da un lato verso Avegno e dall’altro verso Cevio sopra il quale spicca inconfondibile la punta del Madone di Camedo (alt. 2446 m s.l.m.).
La chiesa parrocchiale e il campanile
Secondo una pergamena conservata in sagrestia, la chiesa, a una sola navata e con il soffitto in legno, esisteva già sul finire del XIII secolo. Soprattutto nel corso del XVII secolo il primitivo edificio subì importanti ampliamenti ed assunse, dal punto di vista volumetrico, l’aspetto attuale. Durante i secoli seguenti furono eseguiti numerosi interventi interni con la posa di nuovi altari, la formazione della cantoria, il rifacimento del pavimento (nel 1866 ad opera di emigranti di Gordevio a Roma) l’acquisto di tele e la decorazione di tutto l’insieme ad opera di artisti della zona: Orelli nel 1753,Vanoni tra il 1853 e il 1854, Meletta nello stesso periodo. Di notevole interesse pure una scagliola del 1767.
Case ottocentesche
Quasi in ogni villaggio della Valle, quindi anche a Gordevio e Avegno, ai margini dei vecchi nuclei dove prevalgono gli edifici cinquecenteschi e seicenteschi in buona parte ristrutturati, si ritrovano diverse abitazioni costruite dagli emigranti di ritorno dall’Australia o dalla California. Si distinguono per la simmetria delle facciate, per le terrazze esterne fatte con lastroni in sasso e ringhiere in ferro, per gli aspetti decorativi.
Il mulino e il ponte
E’ stato usato fino agli anni 1947-48. Oltre all’edificio è ancora possibile vedere la roggia di adduzione dell’acqua e un tipico affresco del pittore Vanoni datato 1872: un ex-voto per una grazia ricevuta risalente al 1823. Nella stessa zona vi erano un tempo altri due mulini. Continuando verso l’imbocco della valle si giunge a un bellissimo ponte in sasso ad arco accanto al quale si nota ancora il canale scavato nella roccia dal quale aveva inizio la roggia che alimentava una segheria.
Per ulteriori informazioni scarica il pieghevole del Sentiero di Pietra (PDF).
La versione cartacea è disponibile presso gli infopoint turistici in Vallemaggia.