Imboccando il sentiero per i monti, da Broglio (703 m s.m.) in poco più di un’ora si raggiunge Rima (1036 m s.m.). Lungo il sentiero si incontrano cinque cappelle, di cui quattro sono state affrescate nella seconda metà del 1800 da Giovanni Antonio Vanoni di Aurigeno. Un’antica e suggestiva caraa accompagna l’escursionista per l’ultimo tratto di cammino prima di arrivare al nucleo di Rima. Il monte è situato su un ampio terrazzo. Un tempo vi soggiornavano per buona parte dell’anno gli abitanti di Broglio da una parte e quelli di Prato dall’altra. Durante l’estate, poi, si falciavano i prati e il fieno era conservato nelle stalle per l’approvvigionamento invernale. Fino alla metà del XX secolo si coltivavano numerosi campi di patate e di segale. Le torbe a Rima, in cui si conservava la segale, sono ancora una ventina (inventario APAV).
L’ORATORIO
L’oratorio di Rima, benedetto nel 1612, è dedicato alla Madonna della Neve che si festeggia solennemente la prima domenica di agosto. Vi sono conservati una statua vestita risalente al XVII secolo della Madonna del Carmelo e diversi quadri ex-voto, eseguiti tra il XVII e il XX secolo. Da notare, anche, la balaustra in pietra ollare
LE TORBE
Le torbe di Rima presentano una tipologia assai diversa rispetto a quelle che si vedono altrove. La torba è una costruzione in legno edificata su uno zoccolo di muratura, usato come abitazione o come stalla. La parte di legno è sollevata da un certo numero di funghi, costituiti da un sostegno (a Rima in muratura), sormontato da una lastra di granito rozzamente arrotondata. La cella granaria era il luogo più sicuro per conservare diversi prodotti, quali la segale, dall’umidità e dai roditori. Alcune di queste costruzioni sono datate e la più antica di Rima risale al 1580; il millesimo si trova scolpito su una pietra angolare dell’edificio.
LA CARAA
I vari gruppi di edifici che compongono il monte Rima di Broglio erano collegati tra loro attraverso una serie di caraa, cioè sentieri costeggiati da muretti di pietra costruiti a secco, che impedivano al bestiame in transito di uscire nei prati e nei campi. Le caraa in questione si intrecciavano per la lunghezza di circa due chilometri. Attualmente alcuni tratti non sono più percorribili in quanto invasi dalla vegetazione.
Per ulteriori informazioni scarica il pieghevole del Sentiero di Pietra (PDF).
La versione cartacea è disponibile presso gli infopoint turistici in Vallemaggia.