Ce lo dicevano tutti. È Zac la persona da incontrare per avere una prospettiva fresca su Campo Vallemaggia. Zac, conosciuto all’anagrafe come Martino Pedrazzini, ha mantenuto saldi i legami con il paese di origine della sua famiglia. Tanto d’estate quanto d’inverno, appena può abbandona il fondovalle e si rifugia in cima alla Val Rovana. Impiegato professionalmente in qualità di direttore dell’Azienda forestale di Losone, nel tempo libero oltre a creare prodotti artigianali in legno, Zac è attivo quale membro del Patriziato di Campo e presiede l’Associazione Val Rovana è.
L’ultima contadina ha cessato l’attività ormai due decenni orsono. Era la custode di questo splendido territorio.
Ritrovo di buon mattino in piazza a Cevio, Zac ci accoglie con un sorriso mentre Lucio scalpita in baule. Sa che tra poco sarà libero di correre sulla soffice neve caduta nei giorni precedenti. Risalendo la Val Rovana ci accodiamo ai numerosi sciatori diretti a Bosco Gurin. Al bivio di Cerentino svoltiamo a sinistra e imbocchiamo la Valle di Campo, qui il traffico è inesistente. La natura è protagonista assoluta. Arrivati a Campo Vallemaggia, Zac libera Lucio che subito parte verso il bosco. Non basta un po’ di neve per fargli perdere le tracce. Conosce troppo bene il territorio. Sa che trascorreremo la giornata passeggiando lungo il percorso circolare per racchette da neve che si sviluppa sopra Campo Vallemaggia. Noi ci mettiamo un attimo di più: scarponi da montagna, racchette, bastoni e soprattutto crema solare in abbondanza.
Seguendo la segnaletica installata dal Patriziato in un attimo saliamo di quota. La partenza è impegnativa, il sole scalda, si suda. In pochi minuti, giusto il tempo di spezzare il fiato, giungiamo su un terrazzo panoramico affacciato sul villaggio di Campo. Il luogo ideale per una sosta. Zac ci spiega che qui intendono costruire un paio di panchine per gli escursionisti che frequentano la zona. “Ogni anno cerchiamo di realizzare qualche intervento a favore della valorizzazione del territorio. Siamo fortunati, io e Mauro, sindaco e presidente del Patriziato, siamo attivi professionalmente nel settore forestale. Questo ci permette di seguire i progetti dalla pianificazione alla realizzazione pratica”.
Ripartiamo e subito ci imbattiamo in un affascinante biotopo acquatico alimentato da un piccolo corso d’acqua delimitato da due paratie in legno. “Si tratta di uno dei 28 canali di evacuazione superficiale delle acque realizzati nel corso del secolo passato allo scopo di arrestare il noto movimento franoso”. “Il bosco tra Campo e Cimalmotto nasconde infatti innumerevoli opere debite a prevenire l’infiltrazione dell’acqua nel sottosuolo. Oggi sono poco visibili grazie soprattutto ai grossi progetti di rimboschimento realizzati negli anni passati. Il territorio di Campo è un mix tra il forte lavoro degli uomini e la natura. Un’affascinante prova di questa simbiosi è l’ormai famoso muro del Bombögn”. Opera ciclopica frutto di fatiche inimmaginabili, tracce evidenti di un rapporto tra uomo e natura intenso e in equilibrio precario.
Proseguendo attraversiamo zone di bosco alternate da spazi aperti caratterizzati dalla presenza di gruppi di edifici rustici. “L’itinerario passa da Corte Nuovo, Cortaccio, Quadrella di fuori e infine a Quadrella di dentro. Questi insediamenti estivi hanno perso la loro funzione originaria. Per fortuna diversi proprietari hanno promosso dei restauri conservativi allo scopo di utilizzarli quali abitazioni di vacanza. Altrimenti sarebbero ridotti a diroccati. Il vero problema riguarda la gestione del territorio circostante”.
A Quadrella di fuori, lo sguardo di Zac si incupisce un po’. “L’ultima contadina ha cessato l’attività ormai due decenni orsono. Era la custode di questo splendido territorio. Oggigiorno gli enti, in particolare Patriziato e Comune, ma anche associazioni operanti sul territorio e per la comunità come gli Amici di Cimalmotto, hanno cercato di assumere questo ruolo. Il mantenimento dei tratti caratteristici del paesaggio così come delle tradizioni di paese, è fondamentale.”
Rientrando verso il paese ci fermiamo per un’ultima sosta presso il Rifugio la Reggia. Dino, il padrone di casa, ci accoglie offrendoci un aperitivo. Al Rifugio non manca nulla, la vista su Campo e Cimalmotto è spettacolare. Ci gustiamo una birra mentre Lucio, ancora pieno d’energia, è impegnato a contendersi un osso con Don, un pastore malinois fedele compagno del guardiano.
5 motivi per una visita
- Scoprire un paradiso per scialpinisti e amanti delle ciaspole.
- Assaporare la cucina gastronomica della Locanda Fior di Campo.
- Gustarsi un aperitivo e la cucina nostrana presso Rifugio la Reggia.
- Rilassarsi immersi nella SPA della Locanda Fior di Campo.
- Esplorare la Valle di Campo e scoprire tracce ricche di storia.
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