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Storie

Si torna a girare

Dopo l’alluvione la Vallemaggia ha ospitato le riprese del film “Becaària”

Testo: Fabrizio Coli, foto di copertina Luca Ramelli

Storia del 12 ottobre 2024

La piazzetta di Fusio, di fronte alla chiesa di Santa Maria Assunta, è particolarmente affollata. È un pomeriggio di fine luglio. Una ventina di persone è impegnata a scaricare e montare materiale tecnico. Siamo sul set di Becaària, il nuovo film di Erik Bernasconi, una storia di formazione ambientata nel Ticino degli anni Settanta e tratta dal romanzo omonimo di Giorgio Genetelli. 

Risalire verso l’Alta Vallemaggia per visitare la troupe è stato possibile grazie al ponte provvisorio di Visletto posato da poco dai militari, ma i segni della devastazione sono ancora evidenti lungo gli argini del fiume.  “Dovevamo iniziare le riprese il 1. luglio – ci racconta il regista bellinzonese – e la notte fra il 29 e il 30 giugno è successo quello che è successo con gli effetti devastanti sulla valle e sulle persone. Eravamo qui, pronti a cominciare. Anche noi siamo rimasti sconvolti e abbiamo cercato di dare una mano come potevamo dopo l’alluvione. Ci siamo naturalmente chiesti se fosse il caso di restare. Il film era il nostro lavoro, ma di fronte a queste situazioni si ridimensionava. Alla fine ci è però sembrato che il territorio, in buona parte, fosse contento di ospitarci come ulteriore segno di ritorno alla normalità”.

Non è la prima volta che la Vallemaggia diventa un set cinematografico.  Lo sa bene Lisa Barzaghi, nata e cresciuta a Peccia.  “A livello di location è tra le più gettonate del Sopraceneri, insieme alla Val Verzasca”, ci dice. Come responsabile operativa della Ticino Film Commission, sa quanto queste località possano essere attraenti a livello cinematografico. Creata nel 2014 con lo scopo di supportare la produzione audiovisiva in Ticino e promuovere tutto il territorio come location, la Fondazione senza scopo di lucro nei suoi 10 anni di attività ha accompagnato oltre 250 fra lungometraggi, spot commerciali, corti, serie tv e videoclip, produzioni che complessivamente hanno generato in Ticino un indotto economico diretto stimato in oltre 26 milioni di franchi. Per Lisa la Vallemaggia, oltre che un luogo del cuore, è dunque anche legata a impegni professionali. “Dalla Valle Bavona alla Val Lavizzara fino alla parte bassa, tutta la Vallemaggia ha un fascino particolare. È una zona che ha attratto molto a livello audiovisivo”.

Il mangiatore di pietre di Nicola Bellucci, co-produzione fra Italia e Svizzera che ha avuto fra le sue location Robiei e il Basodino, oppure l’elvetico Monte Verità di Stefan Jaeger, dove proprio la location principale, appunto il Monte Verità del primo Novecento, è stata ricreata su un grande prato ad Aurigeno attraverso una scenografia costruita in Germania e poi trasportata e montata in Ticino, sono solo due esempi di film realizzati qui.

Non è la prima volta che il territorio diventa un set. Per “Jakobs Ross” come Ticino Film Commission abbiamo fatto da guida alla produzione che è rimasta stregata dalla Valle Bavona

In tempi più recenti, il lungometraggio di maggiori dimensioni che ha coinvolto la valle è stato Jakobs Ross della regista Katalin Gödrös. Co-produzione tra Svizzera e Lussemburgo, il film in costume è uscito oltre Gottardo all’inizio dell’anno e dopo la proiezione al Locarno Film Festival in agosto – uno dei numerosi momenti in cui è stato possibile raccogliere donazioni per le zone colpite dal maltempo – è atteso in autunno nelle nostre sale. Le riprese si sono svolte completamente nella Svizzera italiana, una piccola parte in Bregaglia, tutto il resto tra Valle Bavona, Boschetto, Lavizzara, Moghegno e Riveo fra settembre e ottobre 2022. Una permanenza di cinque settimane durante la quale la produzione ha speso sul territorio circa mezzo milione di franchi. “Non era certo che si girasse da noi. Fra le possibili location c’erano anche il Vallese e i Grigioni. Noi abbiamo fatto da guida sul nostro territorio alla produzione che è rimasta stregata dalla Valle Bavona, perfetta per ricreare le ambientazioni ottocentesche richieste dal film”.

“Affinché questi progetti si realizzino – conclude Lisa – fondamentale è il supporto delle autorità e della popolazione, così come il dialogo, non solo per le numerose autorizzazioni richieste ma anche per informare su cosa succede sul set e sulle opportunità a livello di ricadute”.

Mentre parliamo intanto sulla piazzetta di Fusio è tutto pronto. È un mondo complesso quello del cinema, un mondo che ha i suoi tempi, le sue esigenze, che coinvolge persone e territorio a cui sa portare visibilità e benefici. La Vallemaggia ha ospitato questo mondo in passato e anche oggi, nonostante le ferite, brilla come location. “Silenzio sul set. Motore, azione!”. E si torna a girare.

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