Per Ernesto Kull il primo contatto è stato fatale: si è innamorato del marmo ad una mostra di sculture tenutasi a Morcote. In seguito, un evento ad Ascona gli ha permesso di entrare in contatto con la Scuola di Scultura di Peccia. Nel piccolo villaggio nel cuore della Lavizzara ha trovato il suo spazio creativo ideale ed è entusiasta di contribuire alla nascita del Centro Internazionale di Scultura mettendo a disposizione un alloggio per gli artisti che lo frequentano.
È necessario pensare al centro come ad una ditta. L’approccio deve essere professionale, i processi vanno definiti. Senza artisti però non si vive
Dopo averci accolto nell’ufficio della Scuola di Scultura, Almute va ad avvisare Ernesto. Lui è fatto così, quando lavora ad un’opera vi si dedica a tempo pieno da mattina a sera. “Faccio solo cose che mi piacciono” chiarisce subito. Ed è stato così anche per il suo ingresso nella Fondazione Internazionale per la Scultura avvenuto nel 2011. Sostenere Alex e Almute Naef nello sviluppo del Centro Internazionale di Scultura lo stimola. Loro più artisti, lui abituato a lavorare in cantiere. “È necessario pensare al centro come ad una ditta. L’approccio deve essere professionale, i processi vanno definiti”, poi ci ricorda, “senza artisti però non si vive”.
Il Centro Internazionale di Scultura ne accoglierà 5 ogni anno, scelti da una giuria di 7 persone sulla base di un concorso internazionale aperto esclusivamente ad affermati artisti professionisti. Al bando per il 2020 hanno partecipato 132 candidati di 34 nazioni, tra questi sono stati selezionati due tedeschi, uno sloveno, un giapponese e un indiano.
Proprio a loro è dedicato il progetto di Ernesto. “Quando all’interno del Consiglio di Fondazione ci siamo accorti che non era possibile completare il piano di finanziamento, ho deciso di prendermi a carico la realizzazione della Casa degli Artisti”. Venendo meno la prevista costruzione di alloggi per gli artisti direttamente nel Centro, è nata l’idea di valorizzare un vecchio edificio abbandonato situato nel nucleo. “La ristrutturazione si è rilevata molto impegnativa. Avrei preferito costruire da zero, ma non mi è stato permesso. Certamente avrei risparmiato. Forse è anche per questo che le giovani famiglie non vivono più nei nuclei”.
Il risultato dell’importante cantiere è pregevole. All’interno dell’abitazione sono stati creati 6 alloggi, uno per ogni artista ospite del Centro ed uno per le visite temporanee. Ernesto ci accompagna in avanscoperta esaltando l’opera delle maestranze che hanno saputo realizzare il complesso intervento. Ogni appartamento è strutturato in maniera unica e dai dettagli si percepisce la passione con la quale è stato realizzato. "È importante che gli artisti si sentano a casa e diventino parte della comunità locale. Per questo abbiamo pensato anche alla cucina indiana" scherza Ernesto che con la mano ci indica la presenza di un sistema di areazione forzata.
Prima di salutarci cogliamo l'occasione per scoprire gli atelier dove ogni anno da aprile ad ottobre si svolgono i corsi della Scuola di Scultura. Per scoprirli visita www.scultura.ch.