Storie

Un colossale mutamento grazie a “uomini talpa”

Opportunità e storia alla nuova mostra del Museo di Valmaggia.

Testo Antenna Vallemaggia, foto Museo Valmaggia

Storia del 02 giugno 2025

Immaginate di sentire il fiume ringhiare ovunque voi siate in valle. Immaginate di vedere molta più acqua all’interno del letto della Maggia. La corrente più forte, il fiume vasto tanto da non permettere ai giovani pastori di attraversarlo a nuoto. Al Museo di Valmaggia nel biennio 2025 - 2026, potete rivivere la storia della trasformazione del fiume Maggia, ma soprattutto dei suoi impianti idroelettrici.


Elio Genazzi, autore del libro: “Lo sfruttamento idroelettrico della Maggia” ci parla oggi, della mostra che ha da poco aperto le sue porte a Cevio. La sua opera scritta ora trasformata in esposizione non si limita solo alla narrazione storica ma si estende anche alla costruzione di un vero e proprio percorso didattico. Organizzato nel ieri, oggi e domani.

L’esposizione rievoca l’epica storia dell’industrializzazione elettrica in Vallemaggia evidenziando le sfide e le opportunità create dallo sfruttamento delle risorse idriche. Senza dimenticare la trasformazione del paesaggio e dell'economia locale.

“Prima degli anni '50, la Vallemaggia era una valle economicamente arretrata, caratterizzata da una cultura pastorale e dalla povertà. Si viveva in modo semplice, dominati dal suono del fiume. Il paesaggio era incontaminato e quasi tutti possedevano i propri terreni” ci spiega Genazzi. Con l'introduzione degli impianti idroelettrici, l’esposizione mostra come questi abbiano portato opportunità di lavoro e sviluppo economico, ma anche conflitti e tensioni tra le esigenze della popolazione locale e le decisioni politiche. 

La decisione di sfruttare l'intero comprensorio per la produzione di energia idroelettrica fu presa dal Gran Consiglio il 10 marzo 1949, le lettere di protesta e le testimonianze sono parte integrante della mostra. Chi ha vissuto quei cambiamenti da bambino sicuramente visiterà con piacere la mostra. Come Giuliano Grossini classe 1946 “Con le elementari siamo andati a visitare gli impianti di Lodano. Mi ricordo immensi e lunghi tunnel che entravano nella montagna. Non potevamo entrare nei cantieri a visitare, la zona era delimitata. Però caricavamo le biciclette sui camion che portavano il cemento e salivamo fino a Fusio per poi scendere a valle. Quando finirono i lavori non c’era più bisogno cavalcare le mucche per attraversare il fiume.”

“Arrivarono più di mille operai in Vallemaggia, i lavori ebbero inizio rapidamente e si crearono innumerevoli opportunità lavorative, anche per le donne.” Elio racconta anche in prima persona, da bambino aveva fatto la conoscenza dell’unico dottore presente in valle “era un uomo orgoglioso, molto attivo, mi rincorreva quando scappavo dalla puntura.” L’ospedale di Cevio, ora casa anziani, aveva ampliato i servizi sanitari ancor prima dell’arrivo degli operai. Il dottore però, rimaneva uno solo e aveva anche il compito di intervenire come primo soccorso in caso di necessità. Gli incidenti avvenuti furono molti, una sala intera all’interno del Museo di Valmaggia vi è dedicata. Negli anni '50 diversi operai rimasero schiacciati in una galleria, un giornalista aveva deciso di seguire il dottore durante l’intervento. “Ha saputo catturare e raccontare ogni emozione del momento”, l’articolo è disponibile nella mostra. 

“A livello tecnico, il museo dispone di strutture multimediali, tra cui 12 brevi filmati e testimonianze. Collaboriamo con la RSI per realizzare contenuti interattivi, come l'esplosione di una mina nel salone dei minatori.” Elio aggiunge con entusiasmo “Potrete schiacciare un bottone e vedere la mina esplodere.”

Dalla storia della valle alle decisioni politiche, dalle centrali idroelettriche alla strategia energetica per il 2050

La struttura del museo segue la linea del libro, ma con contenuti molto più visivi e meno approfonditi. Chi ha già letto il libro sarà sicuramente incuriosito di vedere filmati, fotografie e testimonianze dal vivo, di tutto ciò che ha già letto. Chi invece non l’ha letto, potrà immergersi nella storia e rivivere le tappe dello sviluppo dell’industria idroelettrica presente in Valle, e forse chissà, tornare a casa, il libro sottobraccio per saperne di più o curiosare tra i temi più attrattivi. 

 

Le diverse sale sono suddivise in temi specifici, dalla storia della valle alle decisioni politiche, dalle centrali idroelettriche alla strategia energetica per il 2050, come il dibattito pungente sull'abbandono delle centrali nucleari. “Era prevista una maquette epica per mostrare in 3D l’imponente presenza delle prese e dei tunnel che si snodano tra le montagne: Soladino, Rovana, Cavergno, Palagnedra, Brissago, Lodano. Volevamo che si potesse lasciar scorrere l’acqua nel letto del fiume e attivare le turbine con un bottone per comprendere il loro funzionamento. Purtroppo, per svariati motivi il progetto non è stato realizzato ma sono già al lavoro per uno schermo interattivo di modo da aiutare i visitatori a comprendere l’energia solare in modo ludico. 

Dopo il grande successo dell’esposizione passata: Il giro del mondo di Emilio Balli, e delle sue visite teatrali, il museo intende nuovamente riprendere le rappresentazioni. ”Ci saranno pièce teatrali, visite guidate e attività didattiche” ci spiega Elio “Ogni primo sabato del mese è prevista una visita alla centrale di Robiei, partendo dalla stazione di Locarno con sosta al museo”. Tante belle proposte alle quali vi è l’obbligo di prenotare per un'organizzazione ottimale.  

L’investimento totale ammonta a circa CHF 300'000. La ricerca, i video e le varie installazioni sono state curate nei minimi dettagli dai vari professionisti del settore. Hanno dato il loro contributo anche membri del comitato, sponsor, aziende operative nel mondo dell’energia e alcune realtà locali come: trasporti, ristorazione, produttori e artisti.

Per Elio è di fondamentale importanza sensibilizzare il pubblico, in particolare modo la popolazione della Vallemaggia, sul valore infrastrutturale presente nel cuore delle nostre montagne. Come talpe nella terra, l’uomo è riuscito a scavare nella roccia per creare e trasportare uno strumento di fondamentale importanza per il nostro benessere: l’energia elettrica.