Si dice che gli occhi non mentano mai, e quelli di Matteo Zanoli non fanno eccezione. La passione per la montagna gliela si legge nello sguardo e la si riscontra in ogni sua parola, quando ci racconta delle estati trascorse con le capre dello zio sui monti di Gordevio. Un richiamo quello della montagna che non lo ha mai abbandonato, nei fine settimana Matteo prende la sua tenda e insieme al suo cane Ash, stacca da tutto e vive totale libertà. “L’aria lassù è diversa”, ci spiega. “È più buona, si sente che non c’è inquinamento e una volta raggiunta la vetta, oltre i boschi, ci si ritrova nel luogo più vicino all’universo. Una meraviglia da vivere”.
Oggi Matteo è il responsabile della squadra sentieri dell'Organizzazione Turistica Regionale Lago Maggiore e Valli. Lo incontriamo nel suo ufficio a Locarno, dove solo la barba incolta tradisce il suo lato più “selvaggio”. Matteo si ritiene molto fortunato ad essere riuscito a tramutare una passione in lavoro. Le sue mansioni lo vedono impegnato sia alla scrivania che in prima linea sui sentieri, per porre in sicurezza i percorsi, marcare la segnaletica, fissare le catene e controllare i cedimenti o i cambiamenti repentini del terreno. La squadra che conduce conta venti dipendenti fissi, che nel periodo estivo arrivano fino a cinquanta poiché vengono assunte persone in disoccupazione, ausiliari e ragazzi che svolgono il servizio civile. “Durante la bella stagione i compiti sono numerosi e impegnativi, oltre a provvedere allo sfalcio necessario a garantire una buona percorribilità della rete sentieri, bisogna intervenire per rimuovere piante cadute e ripristinare i tratti franati. 1400 chilometri non sono pochi!”.
Ma il suo impegno per la montagna non finisce qui, dal momento che è anche vicepresidente dell’Associazione Via Alta Vallemaggia. L’Associazione è nata quasi per gioco su iniziativa di un gruppo di amici capitanati da Efrem Foresti, presidente dell’Associazione. I primi passi non sono stati facili e ci è voluto molto spirito di avventura: il progetto infatti è nato quasi dal nulla, a una quota dove non erano presenti sentieri già battuti. In primo luogo si è trattato di identificare una traccia che permettesse di rimanere quanto più possibile in quota. In seguito, grazie all’iniziativa di patriziati e associazioni escursionistiche, sono state ristrutturate alcune capanne.
Se da un lato la bellezza degli scenari naturali costituisce un richiamo importantissimo, il vero punto di forza del Trekking dei laghetti alpini è da ricondurre alla sua grande flessibilità. Non bisogna necessariamente percorrere in una volta sola le 5 tappe che mettono in rete il villaggio di Fusio con il Rifugio Poncione di Braga, la Capanna Basodino (o in alternativa l’Albergo Robiei), il Rifugio Maria Luisa in alta Val Formazza e la Capanna Cristallina. I punti di accesso e di uscita comprendono il Piano di Peccia, Robiei con la sua funicolare, l’alpe Toggia in Val Formazza e il lago Naret reso comodamente accessibile dalla strada consortile. Per quanto concerne lo sconfinamento in Italia Matteo ci rassicura: “in montagna non esistono confini, né fisici, né mentali”.
Inserito nel Masterplan alta Vallemaggia, lo sviluppo della Via Alta Vallemaggia è un progetto che contribuisce al posizionamento della valle quale luogo ideale per la pratica dell’escursionismo. In quest’ottica Matteo ricorda che il nuovo Trekking è stato presentato da Svizzera Turismo all’ITB Berlin 2019, la principale fiera turistica del mondo. Inutile dire che l’itinerario ha destato l’interesse di molti giornalisti che sono stati accolti nel corso dell'anno in Ticino grazie al sostegno di Ticino Turismo e dell'Organizzazione Turistica Regionale Lago Maggiore e Valli. Matteo ha guidato proprio uno di questi gruppi per un tratto del percorso, da Robiei fino al lago Naret passando dalla Val Formazza e dalla Capanna Cristallina. I primi appassionati di montagna non hanno tardato a provare l’itinerario, ma è con la prossima stagione estiva che ci potrà quantificare l’effettivo impatto di questa importante iniziativa promozionale.
Meglio non soffrire troppo di vertigini e farsi accompagnare da una guida se non lo si conosce bene
Quanto è difficile affrontare il Trekking dei laghetti alpini? Matteo ci spiega che si tratta di un sentiero di media difficoltà, ma bisogna possedere delle conoscenze di base per poterlo percorrere in sicurezza. “Meglio non soffrire troppo di vertigini”, aggiunge, “e farsi accompagnare da una guida se non lo si conosce bene”. Proprio per questo l’Associazione organizza dei trekking accompagnati e volentieri fornisce ai gruppi interessati il contatto con le guide alpine che operano nella regione.
Prima di lasciarci Matteo volge lo sguardo al futuro. “Nel 2021 verrà inaugurato l’ultimo tratto della Via Alta Vallemaggia. Da un paio di anni, grazie al sostegno di un affiatato gruppo di volontari, stiamo lavorando su un itinerario che si dispiega lungo il crinale ovest. Sarà possibile percorrere 140 chilometri in cresta alla Vallemaggia”.
Il Trekking dei laghetti alpini in cifre:
- Lunghezza complessiva: 61 km
- Durata: 5 giorni e 4 notti
- Dislivello: 5'020 m
- Altitudine massima: 2'698 m
- 14 laghetti alpini
Per informazioni sulla Via Alta, le escursioni guidate e su come sostenere l’Associazione, visita il sito www.vialtavallemaggia.ch