La costruzione, progettata dall'architetto Mario Botta, spicca tra le case dall'architettura tipicamente alpina grazie alla sua particolare struttura cilindrica tagliata diagonalmente. L'idea di forza trasmessa dalla muratura gioca con la leggerezza della copertura in vetro.
In questo progetto il “costruire” come espressione della fatica dell’uomo e del suo attaccamento al territorio, si accompagna alla reazione emotiva per la carica devastatrice della natura: nell’aprile del 1986 una valanga distrusse parte del villaggio di Mogno e la sua vecchia chiesetta.
L’immagine della rovina riaffiora nel deciso taglio inclinato delle pareti perimetrali del tempio che comprimono lo spazio interno e lo costringono a dilatarsi verso il cielo attraverso il tetto-lucernario.
La struttura portante in cemento armato è rivestita con moduli in granito proveninete dalle cave locali. Il granito scuro di Riveo e il marmo bianco di Peccia sono disposti in strati alternati, creando un particolare effetto ottico.