Basta una banale altalena per tornare consapevolmente ad essere bambini. Amore, bellezza, coerenza, creatività, fiducia, genialità, innocenza, intuizione, istinto e libertà sono le prime dieci parole che ci appaiono pensando a questo stato di grazia.

Ingenuità, in senso storico con riferimento all’antica Roma secondo la Treccani, è lo stato giuridico di chi è nato ingenuo, cioè libero. Libertà, lo sappiamo, è da sempre un leitmotiv associato al popolo Walser. Così come la storia, che per una Comunità migrata attraverso le alpi ed insediatasi in un territorio che ha saputo colonizzare nel corso di oltre sette secoli, è un tema che fa rima con identità.

La storia del luogo che ospita il piccolo parco giochi è stratificata. Sul finire della Belle Époque il villaggio venne colpito da una valanga che distrusse le stalle situate in Boda. Dalle macerie gli operosi abitanti del villaggio estrassero il pietrame utilizzato per costruire il lungo stallone che ancor’oggi delimita la parte bassa del villaggio. Le pietre rimanenti servirono alla costruzione della fabbrica utilizzata dapprima per ospitare un’industriosa produzione di pietrine necessarie alla produzione di orologi che in seguito ospitò una centrale per la produzione di corrente elettrica. Un luogo sopravvissuto anche alla poderosa valanga del 1951, la cui lingua si fermò proprio alle soglie che ancor’oggi delimitano questo luogo speciale.

La centrale per la produzione idroelettrica perse il significato originario solo con la messa in funzione delle grandi opere idroelettriche che stravolsero l’intera regione a partire dalla seconda metà degli anni Cinquanta. Fu allora trasformata in una falegnameria che sopravvisse sino a un rovinoso incendio negli anni Ottanta. Questo luogo magico è risorto negli ultimi anni grazie all’opera di artigiani locali che con mani sapienti hanno costruito un parco giochi per la gioia di grandi e piccini.

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